Eva Maschietto su RGA Online commenta la sentenza ILVA

Eva Maschietto commenta la sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato  la decisione di primo grado del TAR di Lecce con questo commento pubblicato sulla Rivista Giuridica dell’Ambiente (RGA Online).

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Il Consiglio di Stato si misura ancora una volta con le vicende dello stabilimento Ilva di Taranto e, ribaltando la decisione di primo grado del TAR di Lecce[i], pronuncia una sentenza estremamente interessante, che affronta i limiti dei poteri extra ordinem del sindaco in materia sanitaria, di fronte all’Autorizzazione Integrata Ambientale, quando i termini e le prescrizioni contenute in quest’ultima non siano stati violati. L’effetto pratico è che la zona “a caldo” dello stabilimento Ilva di Taranto può continuare a funzionare, Arcelor Mittal può proseguire la propria attività siderurgica e il provvedimento di sospensione dell’attività emesso dal Comune è dichiarato illegittimo e annullato, (confermando, così, la pronuncia cautelare del febbraio 2021).

L’effetto più interessante per i giuristi è che il Supremo Collegio ci presenta una lezione di chiarezza interpretativa sulla tormentata questione dei poteri di ordinanza contingibile e urgente, fornendo una soluzione convincente anche in relazione ai rapporti tra questi poteri e la disciplina dell’AIA, coerentemente ricostruita.

Nella sostanza il collegio accerta come l’iniziativa del Comune di aggiungere prescrizioni urgenti a quanto imposto dal Ministero esorbiti dalle prerogative concesse dalla normativa che, quando esiste un provvedimento tipico scaturito da una complessa analisi tecnica, qual è quello che caratterizza un’AIA statale, e non vi siano in concreto violazioni o superamenti delle condizioni o prescrizioni di tale provvedimento, non lascia spazio per l’emissione di un’ordinanza come quella impugnata.

I fatti che hanno dato origine al ricorso sono molto specifici, e sono riassunti all’inizio della decisione mediante la ricostruzione dell’antefatto risalente a inizio del 2019: la trasmissione – da parte di ARPA Puglia alle autorità territoriali competenti, tra cui il Comune di Taranto – della VDS (valutazione di danno sanitario) redatta sulla base dei dati 2018 proprio sullo stabilimento in questione.  Da lì, si sviluppa quello che appare retrospettivamente un crescendo di preoccupazione, che spinge il Sindaco di Taranto a sollecitare il Ministero a più riprese, sino a volersi sostituire a quest’ultimo: illegittimamente, come accerterà il collegio.

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